E’ bastato che “Kalinka Boys” – riferito al gruppo di dirigenti Pd che incrociarono le proprie esistenze in quel locale prima di entrare in carriera – affiorasse sulla copertina del libro di Werther Cigarini, perché una definizione apparsa su questo giornale una decina di anni fa e vissuta finora con divertita indifferenza, scatenasse un bel po’ di risentimenti nell’ambiente. Un ambiente, va spiegato, che include tutte le sinistre, quella impossibile del partito coincidente con l’Io e il mix eco-grillo-anarco-rocksocial- chissenefrega: componenti di tutto rispetto che nulla hanno a che fare con quanti, partiti da lì, sono diventati sindaci o assessori. Sarebbe come – ci è stato suggerito – se ai tempi in cui il Pci arruolava i suoi quadri fra le maestranze della Lugli carrelli elevatori, le nostrane officine Putilov, fosse stata inventata l’immagine dei “Lugli Boys”: forse che i bravi operai addetti alle linee se ne sarebbero adontati? Anzi, qualcuno di loro sorrideva di quei politici passati dai torni alle poltrone. A guardare alla sinistra bigotta e saccente di oggi, viene davvero da rimpiangerla, la classe operaia.
11 Ottobre 2017
Kalinka
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