L'accoglienza e l'ipocrisia dei cattolici intolleranti

l Presidente della nostra Repubblica, di venerata memoria, Oscar Luigi Scalfaro, che mi ha onorato di una lunga e preziosa amicizia, soleva ricordare che quando si parla, il cervello debba essere collegato con la lingua, altrimenti si dicono scemenze. Nella scorsa, caldissima estate, se ne sono sentite tante di “scemenze’’.

Alcuni giornali continuano a diffondere odio, cattiveria, intolleranza, egoismo, alimentando paura e sconcerto. Si vorrebbe rompere quel filo invisibile che tiene unito un popolo come gli Italiani, con le sue grandi tradizioni di accoglienza e amore verso gli ultimi. Mi viene in mente, a questo proposito, che l’unica preghiera che ci insegnato Gesù, è il Padre nostro, non il Padre mio o Padre tuo o suo…, ma Padre nostro e quindi siamo tutti fratelli, indipendentemente dal colore della pelle o dalla provenienza geografica: cittadini del mondo.

Un grande esegeta, colui cioè che studia e interpreta la Sacra Scrittura, in una relazione a un convegno diceva a proposito dei peccati di Sodoma e Gomorra che “…Dio, non punì per il sesso, le orge, eccetera, ma punì per il peccato di non accoglienza dell’ospite”. Su questa interpretazione ho avuto anche il conforto di una interpretazione simile anche da parte della Chiesa. E poi esiste il comandamento di Gesù sull’amore: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Allora certi falsi e ipocriti “cattolici” si devono vergognare, intanto di non aver capito nulla del messaggio evangelico; e poi che cosi facendo si sono messi fuori dal Popolo di Dio e dalla Comunità, per cui la scomunica sarebbe legittima. Questi movimenti populisti e xenofobi, che dicono tutto e il contrario di tutto, sono preoccupanti, perché convincono gli ingenui.