I critici della coscienza e la paura della verità

Chi sono  oggi i nemici della coscienza? Mi pare siano tanti e agguerriti. C’è chi ne proclama la fragilità e inconsistenza a partire dalla constatazione che l’individuo, nel nostro mondo sviluppato, è sovente abbandonato a se stesso e perciò la sua protesta ha con maggiore verosimiglianza radici più nelle frustrazioni e impotenze che in un imperativo etico fondato (una grande ‘’solitudine’’ non fa una grande coscienza). C’è chi sostiene la coscienza con la tradizione e le convenzioni, che forniscono all’uomo delle regole quando magari gli capita di ribellarsi: il disorientamento attuale non è forse causato dal concedere troppo spazio alla coscienza? C’è chi critica la coscienza per criticare la modernità e la soggettività che la caratterizza.  La coscienza rischia di ricondurre tutto a sé, al medesimo, a una totalità chiusa ed esclusiva che accoglie soltanto ciò che fa comodo a ciascuno singolarmente. C’è in atto un vero e proprio tentativo di “oscurare” la coscienza mettendone il rilievo la fragilità e confrontandola con la chiarezza della legge, della tradizione, che aiuta anche a contenere la soggettività. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ribadito il “primato della coscienza” e mi pare che anche papa Francesco in Amoris laetitia lo rimarchi fortemente. Ma Gesù nel Vangelo è molto chiaro: «La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce» (Gv 3,19). 

Il dilemma è sempre drammatico: oscurare o illuminare? Tenere nascosto o portare alla luce? Falsità o verità? Dice Gesù: «Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce, perché non siano svelate le sue opere» (Gv.3,20). Capita, ogni volta che si “oscura” il diritto alla verità delle cose e delle persone e di Dio stesso; quando si manipolano le informazioni e le notizie e si danno conoscenze false per far tacere la gente; e soprattutto, allorchè si preferisce alla coscienza la convenzione e la legge, la tradizione e la pura autorità. Mi è sempre rimasta impressa una indicazione di Georges Bernanos: “Quando i potenti di quaggiù vi fanno domande insidiose su un mucchio di problemi pericolosi, come la guerra moderna, il rispetto dei trattati, l’organizzazione capitalistica, non abbiate vergogna di confessare che siete troppo stupidi per rispondere e che, in vece vostra, risponderà il Vangelo. Allora la parola divina farà forse il miracolo di riunire gli uomini di buona volontà, poiché è stata pronunciata per loro” (da “I grandi cimiteri sotto la luna”). Ma occorre anche il coraggio, altrimenti sembrano vincere i falsi e corrotti, dobbiamo reagire, altrimenti questo “mondo domestico” non cambia. Abbiamo forse paura di dire la verità: il rischio che venga eletto un Presidente in America che ci porta alla guerra, un Paese che ha votato per uscire dall’Europa e che oggi vorrebbe tornare indietro. Ricordiamo sempre la frase di Martin Luther King: “Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti”. Buone vacanze.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€ Abbonati