Convegno sulla proposta di legge regionale per la Sanità in una lettera di Giorgio Verrini: ''Un Te Deum con qualche nota discordante''

Da Giorgio Verrini, già medico urologo al Ramazzini, riceviamo e pubblichiamo:

«Com'è il rancio?» chiede un ufficiale. «Ottimo e abbondante!», risponde il fante Alberto Sordi. Subito mi è venuta in mente questa famosa battuta del film “La Grande Guerra” di Monicelli, ieri sera durante il meeting sulla Sanità locale organizzata nella Sala delle Vedute di Palazzo Pio. Presenti sul palco, oltre al sindaco Alberto Bellelli che ha fatto l’introduzione, la Direttrice generale Ausl, Anna Maria Petrini, la Direttrice sanitaria Romana Bacchi e l'Assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, cioè i massimi responsabili della governance del Servizio Sanitario Regionale che vuol dire, in estrema sintesi, controllo delle risorse, della programmazione e della organizzazione del personale. segue

Di fronte a questi “alti ufficiali” sono sfilati i responsabili di alcuni servizi  ospedalieri: i dottori Paolo  Venturini (Ostetricia Ginecologia), Alessandro Pignatti (Anestesia e Rianimazione), Mauro Manno (Gastroenterologia), Fabrizio Turrini (Medicina Interna), Stefano Cappelli (Cardiologia), Francesco Torcetta (Pediatria), Giampaolo Papi (Endocrinologia) e la dottoressa Conca che ha riportato i dati sul Pronto Soccorso. Tutti hanno fatto una breve presentazione dell'attività dei loro reparti e tutti si sono detti soddisfatti dei risultati ottenuti in termini di obiettivi raggiunti: molti sono ai primi posti nazionali per performance, alcuni hanno a disposizione attrezzature modernissime per diagnosi e cura e tutti collaborano con tutti per “la presa in carico” del malato.

A interrompere questo Te Deum è stato il pubblico in sala, segnatamente la “ vecchia” infermiera e capo sala Lorella Rossi che si è chiesta se era una riunione del mondo dei sogni oppure se stessimo parlando della Santà di un altro pianeta: nessun accenno alla mancanza di personale medico e infermieristico, niente sui contratti non rinnovati, sui gettonisti, sulla fuga nel “privato”, per non parlare delle liste di attesa e della mancanza dei Medici di base ( nessuno di quest’ultimi invitato a parlare e invero pochi anche in sala). Un doveroso brusco richiamo alla realtà anche da parte del prcedente primario della Neurologia, Gabreiele Greco, che ha ricordato che in un Ospedale di area vasta come è e sarà (?) il Ramazzini è gravissima la mancanza della Unità ictus, essendo quest’ultimo la terza causa di morte o invalidità nella popolazione anziana. Dal palco la Direttrice generale ha risposto utilizzando il noto armamentario politico/retorico fatto di "tavoli di concertazione” e “sinergie” e , ovviamente, “resilienza”. Il quadro d’insieme più esaustivo è stato fatto dall’Asssessore regionale Donini che in un lungo intervento non ha mancato di segnalare le grandi fragilità del nostro SSN e ha prospettato “ricette” in discontinuità con il main stream che vede nella sola mancanza di risorse economiche la causa di tutti i mali del nostro welfare. Tornando a “La Grande Guerra”, è stato come se, al pari  dell’ufficiale che nel film sgrida il fante Alberto Sordi, l'Assessore avesse detto: «Non è vero. Il rancio fa schifo!».

Giorgio Verrini, già medico urologo al Ramazzini