Natale, stesse luci stesso albero

Ci siamo. Ci siamo che non è più possibile negarlo. Sta arrivando Natale. Anche se lo spot della Coca Cola non è più lo stesso. Nell’atrio del condominio hanno acceso le luci. Anche quelle del Comune sono state accese, non so con quale inciampo e polemica. Volevo vedere lo scatto ma non ce l’ho fatta. Polemiche e fotografie, riflessi su pozzanghere, commozioni di bellezza: ah la nostra piazza, ah l’atmosfera, ah il luccichio. Luci e polemiche sui costi. Gli operai hanno già tirato fili e srotolato cavi con le piattaforme.

Nessuna strada sarà dimenticata. E poi, quanti panettoni ho già mangiato? Quante fette al posto di una cena salutare? Alberi e alberelli alcuni già in funzione e altri appariranno. Ma il sogno di questa notte è stato sconvolgente. Al cimitero avevano sconvolto tutto e io che dovevo mostrare qualcosa a qualcuno non trovavo più la tomba dei miei. Come se non ci fosse più la possibilità di quell’albero che faceva la zia Nella.

Quello delle tante lucine che lei, prima di tutto smatassava e passava in rassegna tagliando e ricongiungendo fili di rame ad ogni gemma spenta. Adesso, per televisione ti invitano a buttare quella matassa verde di lucette e a installare la proiezione sul muro. Quasi fosse una serata in discoteca. 

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