Cappelli e berretti per le vie di Carpi

Passeggio spesso per i portici di questo paese e, siccome è un paese con l’aria di città, succede che si incontrino persone sedute sulle panchine a godersi raggi di sole e le chiacchiere necessarie. Sono quelli che continuano la tradizione dei mediatori col tabarro fermi all’ombra del municipio il giorno di mercato. Succede anche che, siccome è appunto un paese, qualche volta le persone che sono sedute sulle panchine, se non sono exracomunitari, siano persone che conosci o addirittura personaggi. Così mi è capitato più di una volta che uno di questi personaggi, appunto, mi facesse “vieni qui” con la mano e mi lanciasse ad alta voce un discorso che suona come un rimprovero che così riassumo. Io scrivo, ma non prendo mai posizioni che possano apparire di parte, pericolose, polemiche o di scelta, sto sempre nel neutro e non mi espongo; che dovrei entrare nel cuore di non so cosa e  schierarmi accettando di farmi dei nemici. Forse è vero, ma solo se si pensasse che nascondo qualcosa di cui sono certa il che non è. 

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