Fuori dalla porta non ho ricevuto lo schiaffo del freddo. Non proprio tiepido, ma neanche freddo aggressivo. Piacevole fare due passi fi no al bar. Prima riflessione della giornata. Troppo cara la mia colazione, troppo lussuoso pagare caffè e panino, leggere il giornale e sfogliare l’oroscopo della giornata. Sono le conseguenze dei propositi che non verranno rispettati troppo.
Ma anche la mia vicina di casa fa le lodi del momento bello della giornata in cui tutto è ancora messo da parte, pensieri e doveri nel lusso piccolino di farsi servire. Tutta un’altra cosa che farsi un caffè in cucina e poi lavare la tazza e la caffettiera. Ma tutto scorre lo stesso, anche la visita alle vetrine che, chissà se in pochi giorni di assenza qualcosa sia cambiato sotto i portici della città.
Operai in tuta arancione trafficano ancora, come sempre, fa e disfa, monta e smonta, questa volta cercano di bilanciare i camioncini che sembrano instabili sopra i supporti che li sollevano. Una gamba di qua e una gamba di là. Salgono le scale che si allungano e tirano giù. Tirano giù i fili delle luminarie. Attenti a non ingarbugliare tutto che poi, l’anno prossimo, non si riesce più a montare.
Io ho già messo via quelle del mio alberello, peggio di Spelacchio, sempre quello ma funziona e, oltre che a montarsi con comodo, si ripone anche con facilità. Smontano e così, quasi tiepido sole, andremo diritti fino a primavera. Ieri per radio rivangavano le feste facendo il bilancio dei regali che sono stati graditi o riciclati, pochi ne ho fatti pochi ne ho ricevuti, di quelli fatti solo per scartarli sotto l’albero.