Tormentone Aimag: dopo tante linee ora serve un punto

Il punto e la linea. E’ il riassunto delle posizioni ormai cristallizzate sulla questione Aimag. Il punto, cioè una decisione, è quello che le minoranze vorrebbero e che il Pd continua sempre a rinviare lungo la linea di “percorsi” che non finiscono mai. Ma quanti ne sono stati avviati, finora, di percorsi inconcludenti? C’è stato quello delle manifestazioni di interesse che ha prodotto la richiesta di approfondimento. Poi si è saputo dell'intenzione di accorciare da sei a un mese i tempi preliminari alla delibera di decadenza del patto di sindacato che, essendo fissata ad aprile 2017, richiederebbe la disdetta già entro ottobre di quest'anno. E non si capisce bene che cosa vi sia sotto, se non l'intenzione di guadganare altro tempo. Quanto all'approfondimento richiesto a tre dei soggetti che si erano candidati per una ipotesi di integrazione fusione doveva concludersi il 31 luglio scorso con un pronunciamento definitivo del nuovo CdA di Aimag, anche se di mezzo c’è pur sempre da formulare un bando. In previsione del quale il patto di sindacato ha avviato un ulteriore percorso, dando mandato a Price Waterhouse di allestire un piano industriale, che dovrebbe costituire uno dei requisiti di valutazione delle future candidature e che sarà fondamentale. Anche di questo si è perso traccia. Nessuno però si nasconde che, accanto all’offerta economica, saranno proprio gli scenari che l’advisor delineerà a indirizzare la scelta finale. Un quadro di Price Waterhouse che elencasse le scadenze delle concessioni delle gestioni di rifiuti, gas e acqua scaglionate nei prossimi anni come fatali per Aimag, dipinta come inadeguata ad affrontarle nell’assetto attuale, costituirebbe di per sé già un preciso segnale di volontà.