LE ROI SOLEIL

Grazie per la tua casa faraonica, che qualunque comune mortale anela di vedere anche solo per un attimo, per fissarsela in mente, fingendosi idraulico, antennista, addetto alla lettura del gas (sì, anche se è gas geotermico), perché mica tutti possono essere invitati alle tue Grandi Feste e in qualche modo è assolutamente da vedere. Gira voce che abbia le pareti mobili, la discoteca interna e un bunker antiatomico pronto ad accogliere la tua progenie per quattro generazioni. 

Grazie per la tua vita sociale non proprio dentro le mura, che ci fa sognare luoghi esotici, locali alla moda, capitali europee in cui ti muovi con disinvoltura senza neanche l’ombra di Google Maps e noi poveri provinciali possiamo solo immaginare cosa voglia dire prendere un aperitivo a Parigi e cenare a Londra.

Grazie perché grazie alle tue storie mai sbandierate o esibite ci fai credere che Gigi Rizzi sia ancora vivo e ci piace pensarti con il catenone al collo, i piedi scalzi, l’abbronzatura da Costa Azzurra tutto l’anno mentre scorti una BB molto bionda da un party a un altro.

Grazie perché piuttosto che accettare l’idea che la tua ricchezza provenga da anni di lavoro e anche qualche colpo di genio/culo, preferiamo fare a gara a chi si inventa la storia più astrusa, dai film porno al videopoker, passando per la prostituzione. E fantozzianamente ti immaginiamo dietro alla tua scrivania in pelle umana con l’acquario degli impiegati ben celato dietro al quadro di Magritte (rigorosamente originale), o al Casinò di Montecarlo con la mano di uno dei tuoi lacchè sotto al culo, o col megafono a incitare i tuoi sottoposti in bici fino a Pinerolo.

Grazie infine perché non fai passerelle inutili (e soprattutto nel 90 per cento dei casi inversamente proporzionali all’ammontare reale della ricchezza), non esibisci più di tanto se non a chi realmente ti conosce (a proposito, come sei fatto? Chi ti dice biondo, chi ti dice moro, chi ti dice calvo, chi sostiene che non esisti realmente e sei una holding…), grazie perché con te siamo tornati ai bei tempi d’oro, ai tempi dei cumènda con la fabbrichetta, quando voi Eletti eravate lassù e noi ceto medio stavamo al posto nostro. 

Con buona pace di chi continua a credere nella Grande Ripresa Economica.

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