«Il 23 febbraio (secondo il calendario giuliano in vigore in Russia, 8 marzo per quello gregoriano, ndr) era la giornata internazionale della donna – scrive Lev Trotsky nella sua Storia della Rivoluzione russa –. Nei circoli socialdemocratici si pensava a celebrare questa giornata nelle forme abituali: riunioni, discorsi, manifestini. Ancora alla vigilia, nessuno si sarebbe sognato che questa giornata della donna potesse inaugurare la rivoluzione». La “rivoluzione di febbraio” di quel fatidico 1917, iniziatasi il 18 del mese a Pietrogrado dapprima nella forma di sciopero alle officine Putilov, poi estesa da quello delle operaie tessili, il giorno successivo, e infiammata dalle gigantesche file per il pane ai negozi, con le donne sempre protagoniste davanti alle fabbriche a chiamare fuori gli operai, era deflagrata come un incendio irresistibile nella capitale dell’immenso impero russo stremato dalla guerra e dalla fame. La parola d’ordine “Pane!”, ricorda sempre Trotski, era stata sostituita poco a poco dalle altre “Abbasso la guerra! Abbasso l’autocrazia!” che segnalavano il passaggio da un moto rivoltoso a una rivoluzione vera e propria. Gli stessi reggimenti Volynia e Preobrazenskij che avrebbero dovuto, insieme alla polizia, garantire l’ordine zarista, avevano familiarizzato con la popolazione in rivolta, resa ancor più determinata dalle cariche comandate dal generale Khabalov. E quando le varie anime della rivoluzione avevano preso il controllo del palazzo di Tauride, sede della Duma, si era costituito il governo provvisorio nel quale i parlamentari, borghesi e moderati, condividevano il potere con il nuovo Soviet degli operai e dei soldati, in un dualismo destinato a protrarsi fino alla successiva rivoluzione d’ottobre. Lo zar Nicola II, intanto, viaggiava in treno tra Mogilev e Pskov, nel tentativo disperato di raggiungere la dimora estiva di Carskoie Selo, fino a quando, il 23 marzo (gregoriano), sempre in treno, firmava l’atto di abdicazione.
14 Marzo 2017
Adelchi Gazzurelli di Carpi era console generale d'Italia a Mosca nel 1917
Il testimone della Rivoluzione
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