L'biettivo di gestire un centro dove portare gli anziani senza compagnia

Missione Auser: far uscire gli invisibili da casa loro

Da quando esistono, cioè dal 2011, hanno effettuato     una media di 1.500 trasporti per disabili e non autosufficienti,     pari a una percorrenza di 50 mila chilometri     ogni anno, in direzione delle mete più svariate, da quelle     sanitarie, che sono la maggioranza, alle commissioni per     la spesa, dalle visite al cimitero alle gite turistiche. Adesso     alla Auser di Carpi, una delle 38 sedi a livello provinciale     dell’Associazione nata nel 1989 da una costola del     sindacato pensionati Cgil, vorrebbero poter gestire anche     una meta tutta loro, per i trasportati, e hanno chiesto     formalmente al Comune un aiuto per reperire i locali.     Lo hanno ribadito in questi giorni, in occasione della     consegna in comodato d’uso di un Doblò attrezzato per     carrozzine che è andato a completare la piccola “flotta”     Auser composta da un pullmino, sempre in comodato     d’uso e da una seconda auto attrezzata, questa volta di     proprietà. Ma a quali persone pensano in particolare,     all’Auser, quando si propongono non solo come volontari     per i servizi di trasporto ma anche come gestori di un     punto di accoglienza e di socializzazione? «Il terremoto     ci ha rivelato una realtà che prima potevamo solo     sospettare, ma che nella circostanza abbiamo potuto     toccare con mano e verificare nei fatti – spiega Paolo     Mantovani, responsabile a Carpi dell’Associazione presieduta     a livello provinciale da Angelo Morselli, con il     vice Giuseppe Spinelli –. È la realtà che noi chiamiamo     degli “invisibili”, anziani cioè che vivono soprattutto in     centro, per lo più in case prive di ascensori o servoscala,     accuditi da una badante e che non escono quasi mai. E     quando lo fanno, spesso li vediamo semplicemente parcheggiati.     Noi si vorrebbe tirarli fuori di casa, allestendo     per loro un punto di aggregazione che possa configurarsi     anche come luogo di scambio e dialogo con i giovani. C’è     la collaborazione dell’Università della Libera Età Natalia     Ginzburg per percorsi culturali e appuntamenti al cinema.     Nel reggiano l’Auser ha già realizzato qualche cosa     del genere: ci aspettiamo che il Comune capisca questo     problema e collabori con noi per risolverlo».     Mettendo insieme questo, che Auser vorrebbe fare a     vantaggio degli “anziani reclusi”, con quello che già fa,     assicurando la mobilità a una popolazione sempre più     numerosa di non autosufficienti, ma anche a giovani disabili,     l’Associazione ha precisa la sensazione che grazie     ai suoi 28 volontari attivi riesce a svolgere un ruolo che     le istituzioni non potrebbero mai sostenere, per costi e     capillarità del servizio.     Forte di questa convinzione l’Auser rivolge un preciso     appello alla città e ai Comuni delle Terre d’Argine nei     quali opera: «Per i trasporti non abbiamo una tariffa,     chiediamo solo un’offerta libera. Viviamo soprattutto del     5 per mille che chiediamo di tener presente con il Codice     fiscale 97321610582. Crediamo sia giusto chiedere un     aiuto concreto alle Amministrazioni – sottolinea ancora     Mantovani –: abbiamo mezzi che invecchiano rapidamente,     li abbiamo cambiati per ragioni di sicurezza e     per averli tutti dotati di sollevatore, perché sono sempre     più gli anziani in carrozzina. E si vorrebbero anche spazi     di sosta dentro l’ospedale, perché si possa attendere il     trasportato fino al completamento delle visite».     L’aiuto agli “invisibili” rinserrati in casa passa anche     da qui.         

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