Un faccia a faccia tra il Sì e il No

Nell’assistere, l’altra sera, al confronto, molto impari,  tra Roberto Galantini, del Comitato per il Sì al referendum,  spalleggiato da esperti di calibro, e il Sindaco di Carpi,  davanti a una platea molto più favorevole al primo, uno  avrebbe potuto chiedersi: ma chi glielo ha fatto fare, ad Alberto  Bellelli, di accettare una situazione simile? Di tenere  cioè fra le dita il cerino acceso delle sorti di Aimag, senza  poter dire quale, ma finendo per passare per quello che  vuole l’opposto dei promotori del Sì? Per di più senza l’aiuto  del suo partito che ha preferito puntare all’astensione e  senza soprattutto il sostegno delle “vecchie talpe”, i grossi  calibri come Muzzarelli, Campedelli, per non dire di Bersani  ed Errani che per dieci anni hanno lavorato per inglobare  Aimag in Hera?    Esclusa la via del masochismo,  tendenza peraltro da non escludere  per chiunque oggi decida di fare il  Sindaco, le spiegazioni potevano essere  solamente due, entrambe forse  valide in questo caso specifico: la  tempra del combattente comunista,  ereditata dal nonno materno, che ha  resistito a tutte le stagioni del post  comunismo; o il calcolo d’immagine  che induce le folle – erano circa  in 350, compresi diversi giovani, a  gremirsi nel calore della invivibile  sala congressi di viale Peruzzi – a parteggiare sempre per chi è più  debole e si trova in apparenza più  svantaggiato.  Davide contro Golìa, insomma.  Anche se a parti invertite, perché  chi è più Davide di un Roberto Galantini,  che a nome di un pugno di  volontari raccolti intorno al Comitato  per l’Acqua pubblica vuole tenere  la piccola Aimag lontano dalle  grinfie del gigante Hera? E chi è più  Golìa di un Sindaco che detiene la  maggioranza di Aimag e del Consiglio  comunale ed è sospinto versol’aggregazione dagli advisor di Price  Waterhouse, dai vertici della stessa  Hera che sono anche suoi soci e dai  big provinciali e regionali del suo  partito, prima almeno che li prendesse  un’insolita prudenza?