Diacci della lista civica: noi la forza tranquilla

La regola che pare aver preso piede, in questo avvio ancora timido di campagna elettorale a Novi, è quella del centellinare: prima si presenta il logo, poi il candidato sindaco, poi la lista dei candidati e il programma: così, per tenere sempre desto l’interesse, da smaliziati manipolatori della comunicazione. La lista “Insieme al centro sinistra” che si raccoglie intorno a Pd e Si ci ha messo in mezzo anche la presentazione della sede, per aumentare la suspence dei nomi in lista, visto che la carta Giulia Olivetti candidata sindaco l’aveva scoperta subito. E giovedì toccherà al centro destra dopo tante anticipazioni. Giovedì 11 maggio, invece, “Noi lista civica” che raggruppa un vasto centro pencolante fra le provenienze da sinistra di Gian Paolo Travasoni e Riccardo Bassi e quelle da destra alla Alvaro Pescetelli, ha giocato solo alla seconda tappa la presentazione fisica del proprio candidato sindaco Enrico Diacci. Alla conferenza stampa insieme alla tesoriera Marzia Diacci (non è parente) titolare di uno studio dentistico, e al giovane Matteo Zanardi, studente di Scienze naturali a Modena, Enrico Diacci – 44 anni, 2 figli, dirigente di un’azienda della new technology di Rovereto e lui stesso roveretano – non ha voluto concedere alcunché al politichese e alle logiche di schieramento (“Non dirò mai: è colpa dell’Amministrazione precedente”, ha assicurato). È parso piuttosto volersi attenere al concreto, sulla scia di quella grande esperienza partecipativa e di mobilitazione oltre le divisioni di partito, che è stata la onlus “Tutti insieme per Rovereto e Sant’Antonio” di cui è stato anima e promotore ai tempi del terremoto. Del resto, ha fatto capire subito qual è l’obiettivo della lista che lo ha candidato: «Superare le rispettive provenienze – ha sottolineato –, includere nella lista uno spaccato del nostro territorio, essendo noi tutte persone diverse e che ne riflettono la varietà».