I social fanno rumore, ma non votano. Il Pd, invece, rumore non ne ha fatto per niente, e lui pure non ha votato. Le due opposte sonorità – ridondante la prima, impercettibile la seconda – si sono sommate però nell’esito di far mancare il quorum al referendum su Aimag. Un traguardo, va subito precisato, comunque inimmaginabile. Un regolamento comunale a capocchia sulle consultazioni referendarie che mantiene la soglia del 50 per cento più uno per prendere in considerazione un esito al quale sono chiamati a concorrere 62 mila e passa cittadini, 10 mila più che per le normali elezioni, poteva lasciare solo a qualche illuso la speranza di superare un’asticella posta a quota 31 mila votanti. Su questo, dunque, nessuno – a meno di iscriversi al novero di chi è fuori dalla realtà – può parlare di flop, come pure ha fatto qualche quotidiano, o, peggio, lasciarsi andare agli sfottò sulle urne deserte o ancora sottolineando che “solo” il 23 per cento è andato a votare, nello stile del segretario fossolese del Pd, Marco Reggiani. Lo ha fatto intendere anche il Sindaco, nel proprio equilibrato commento al risultato: il mancato raggiungimento del quorum, ha scritto, “…impone a tutta la politica una riflessione seria sull’attuale Regolamento che norma questo strumento di partecipazione”. Ed è un commento perfino più efficace delle pur concrete circostanze lamentate dal Comitato promotore per quello che definisce “il boicottaggio compiuto dalla Giunta comunale” allo scopo di lasciar cadere nel vuoto la consultazione.