Agosto fra i Masai per capire la diversità

Il carpigano Riccardo Arletti in missione in Tanziania con la onlus Oikos

E’ ancora frastornato dal lungo viaggio di rientro, Riccardo Arletti, che ha appena concluso un mese di missione in Tanzania, Africa centrale. Il ventitreenne carpigiano, studente di Scienze politiche a Bologna, ha infatti deciso di passare le proprie vacanze a servizio delle popolazioni sfortunate del mondo, aderendo, insieme a una decina di ragazzi italiani, a un progetto solidale internazionale della ong Oikos, sostenuto anche dall’Unione Europea.     

 

Riccardo, qual era l’obiettivo della missione? Come mai hai deciso di partire?

«Avevo voglia di vivere un’esperienza diversa, di mettermi alla prova, anche perché il mio corso di laurea incoraggia gli studenti a fare queste attività. Ho vissuto a stretto contatto con la cultura africana in un villaggio Masai nella zona rurale del paese, Mkuru, a circa 80 chilometri da Arushia. E’ stata un’esperienza incredibile. Ho vissuto a pieno il loro stile di vita, dormendo in un campo attrezzato accanto al villaggio, con poca corrente elettrica e poca acqua, inserendomi nella loro quotidianità, partecipando anche a riti e feste normalmente chiuse ai turisti. La ong con cui ho lavorato si occupa di sviluppo sostenibile e dello sfruttamento responsabile delle risorse locali: andavamo nelle scuole a diffondere norme di base sull’ambiente e la scienza tra i bambini per sviluppare in loro maggiore consapevolezza e conoscenza delle conseguenze dei propri gesti. E’ un compito piuttosto complesso perché faticano molto a entrare in questa concezione: ad esempio, per loro il fuoco è vitale, è un elemento assolutamente positivo perché garantisce la sopravvivenza, ma è importante che capiscano che non devono bruciare la plastica. Pericolose sono anche alcune specie di piante che possono distruggere l’ecosistema circostante. E’ necessario fare attenzione e trasmettere alle popolazioni locali queste conoscenze. Quando non eravamo nelle scuole, invece, contribuivamo allo studio e alla ricerca degli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sulla popolazione oppure davamo una mano ai villaggi vicini, ovunque ci fosse bisogno»    

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