Da almeno due/tre anni il settore metalmeccanico sta registrando anche a Carpi e nel territori delle Terre d’Argine segnali che volgono al bello, dopo le burrasche immediatamente successive al 2008. Non si parla tanto dei produttori finali – macchine per legno, trattori, grandi cucine – quanto di un indotto di subfornitori specializzati nella fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo, piccole imprese o laboratori artigiani. Erano 579 in tutta l’area delle Terre d’Argine ancora nel 2000. Secondo l’Annuario statistico 2016 nella sola Carpi se ne contavano appena 85, più 4 del settore metallurgico: manca il raffronto di area, ma il dato è ugualmente impressionante. Dopo il salasso, pare spiri nuova aria che, senza lasciarsi andare a eccessivi ottimismi, Roberto Zani, titolare della modelleria Evar nonché presidente nazionale dell’Unione di produzione di Cna, mette in relazione con efficientamento, riduzione di costi indiretti e dispersioni, aggiornamento tecnologico e conquista di competitività, «…anche se – si affretta a precisare – i prezzi sono rimasti ai livelli pre crisi di dieci anni fa e le marginalità sono molto ridotte ». Importanti, sottolinea sempre Zani, sono stati gli incentivi di Industria 4.0: i superammortamenti per i beni strumentali e iperammortamenti per i beni digitali che hanno permesso di ridurre del 35 per cento il costo degli investimenti e la legge Sabatini per facilitare l’accesso al credito con contributi fino al 3,5 per cento sugli interessi per investimenti in tecnologie digitali. Sia pure attenuato dai margini risicati e dal timore di quanto potrà accadere con la fine degli incentivi, quanto è condiviso questo clima ottimistico? E più in generale, come sta la subfornitura metalmeccanica di Carpi?
25 Gennaio 2018
PERSONE - Sara Iannaccone nell’azienda di famiglia che innova, investe e compete
La meccanica che guarda avanti
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