La carriera della carpigiana Annarita Pettenati, cittadina britannica

Dentro Londra fra bus e Buckingham Palace

Ha guidati i bus a due piani passando poi agli uffici E fa manutenzioni al palazzo reale

Se si potesse coniare un neologismo opposto a “Brexit”, che identifica la fuoruscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, per la carpigiana Annarita Pettenati, 42 anni, dal 2004 residente a Londra e cittadina inglese, il termine più adatto sarebbe “Brentry”. Perché è difficile immaginare di essere più dentro il Regno Unito di una che è stata autista dei famosi autobus rossi a due piani della metropoli inglese, prima di diventare funzionaria della ditta di trasporti che li gestisce. E che, essendosi anche laureata in Restauro e Conservazione dei Beni artistici e culturali, lavora contemporaneamente per una ditta che si occupa della conservazione degli oggetti d’arte custoditi a Buckingham Palace. «Non sono più tornata a vivere in Italia e a Carpi – spiega lei con un accento graziosamente piegato all’inflessione dell’Inglese –, se non per brevi periodi di vacanza e per rivedere i miei genitori, mia sorella e gli amici». E così, per raggiungerla e ricostruire con lei un percorso biografico coraggioso e decisamente intenso nonostante la giovane età, è stato necessario ricorrere a Skype. E anche alla forza di persuasione, perché si capisce subito che Annarita Pettenati non si considera un caso speciale e si meraviglia un po’ che ci si possa interessare di lei.

Partiamo dalla fine: che ci fa, lei, in una società che gestisce il trasporto pubblico a Londra?

«Sono un quadro intermedio della Tower Transit, una multinazionale australiana titolare di uno dei sette od otto contratti di gestione stipulati dalla Città di Londra con i privati. L’azienda, che opera con 450 bus e impiega 1.700 persone, ha tre garage in città e uno dei essi è il più grande di tutta Londra. Io mi occupo di lost mileage: visto che l’azienda è pagata in base alle percorrenze e ai passeggeri trasportati, certifico le miglia perdute per una qualche ragione»

Ora invece partiamo dal principio…

«Mi sono diplomata al Meucci, ho lavorato cinque anni da Albertazzi e poi ho fatto diversi lavori, assunta sempre come ragioniera e anche in un forno a Rovereto. Poi, ho avuto voglia di un cambio di scena e ho deciso di farmi una vacanza a Londra. Era il marzo del 2004: avevo in programma di starci fino a luglio, ma di fatto non sono più tornata. Anche se è stato piuttosto complicato, all’inizio, perché non ti assumono se non hai il National Insurance Number, il numero di iscrizione tipo Inps, sono riuscita a trovare un lavoro part-time come cassiera in un supermercato. L’ho fatto per un anno, durante il quale, però, ho proseguito una cosa che avevo già iniziato in Italia, seguendo le lezioni di un intarsiatore di mobili a Migliarina»

Vale a dire?

«Mi sono iscritta a un corso di restauro di sei settimane promosso dal Comune del sobborgo londinese dove abitavo. E’ stato uno degli insegnanti, visto che me la cavavo bene, a suggerirmi di iscrivermi all’Università a un corso di Restauro e conservazione della durata di tre anni. Era il settembre 2005. Nel frattempo avevo trovato un altro lavoro part-time: tenevo i contatti con la clientela italiana della Logical Medical Systems, una ditta produttrice di software per lo screening neonatale. Per me era l’ideale: avevo un lavoro che mi permetteva di frequentare i corsi universitari. Così ho potuto laurearmi in Restauro del legno, della ceramica e del vetro in quattro anni, perché potevo studiare solo nel tempo libero. E a costo zero, perché le spese le ha sostenute il mio comune londinese di residenza, Hammersmith, in quanto cittadina comunitaria e impiegata part-time»

 

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