Subito dopo Pitti Filati, è arrivato il turno di Collezioni Filati. E anche nella sua 21esima edizione il salone carpigiano che si è svolto a Villa Ascari il 5 e il 6 luglio si è confermato un osservatorio fondamentale in Emilia Romagna per conoscere in anteprima le proposte, le novità e le tendenze in fatto di filati per la maglieria della stagione autunno-inverno 2018-19.
A esporle, sedici studi in rappresentanza di quasi tutte (un’ottantina) di imprese italiane produttrici di filati, in maggioranza provenienti da Prato e in qualche caso da Biella. La manifestazione, organizzata da un gruppo di agenti dell’Emilia Romagna, si rivolge a maglifici, tessiture, buyer e uffici stile. Per la seconda volta, Collezioni Filati ha usufruito del contributo di Carpi Fashion System, il progetto promosso dalle associazioni Cna, Lapam Confartigianato e Confindustria Emilia e coordinato dal Comune di Carpi con il contributo economico della Fondazione CR Carpi. E in questo modo ha potuto ottenere maggiore visibilità, coinvolgere nuovi studi di rappresentanza, investire nella struttura e aumentare gli spazi espositivi con l’aggiunta di un’altra sala all’interno della villa.
A salone concluso, il bilancio, con circa 130 visitatori, è positivo e fa ben sperare per le prossime edizioni. «È stata una fiera interessante, certo non è esplosa la “maglia-mania”, ma siamo riusciti comunque a realizzare dei bei numeri, siamo cresciuti come numero di espositori e soprattutto abbiamo presentato proposte di alto livello – commenta Marco Vicenzi, agente di commercio che è alla guida dell’organizzazione insieme al collega Fabio Bega –. D’altronde non abbiamo scelta: dobbiamo puntare sulla qualità per trovare l’identità artigianale tipicamente italiana. Se ci mettiamo a “fare la guerra” ai cinesi perdiamo in partenza. E l’appoggio di Carpi Fashion System sostiene e incentiva l’artigianalità, il “fare e il creare” che sono poi le uniche chiavi di rilancio per il nostro territorio». La rassegna, che gli operatori del settore chiamano familiarmente “Pittino” visto che si svolge pochi giorni dopo la fiera fiorentina, dal 2006 rappresenta anche un momento di incontro e di confronto per chi fa moda un’opportunità per offrire spazio anche a realtà piccole e ad aziende artigiane, dando così voce a tutto il mondo della filatura.
Alle spalle del salone esiste una storia iniziata con appuntamenti saltuari già fra gli anni Ottanta e Novanta, prima di diventare un evento stabile, a partire dal 2000, con il nome di Idea Filati, sostenuto da Confcommercio e ospitato nella palestra di via Ugo Da Carpi. Sbirciando tra gli stand è stato possibile farsi un’idea delle tendenze che caratterizzeranno la moda dell’inverno che verrà tra un anno e mezzo. «Tra le novità, già introdotte a Pitti, c’è sicuramente il ritorno dell’alpaca nelle fibre – spiega Vicenzi –. E poi tanti filati preziosi come il cachemire, la seta, il mohair trattati con effetti vaporosi per amplificarne i volumi e renderli morbidi».