Eventi - La visita di papa Bergoglio resterà nei secola della storia cittadina

Una giornata particolare

Un grido di speranza un rito partecipato

Un grido di speranza, un rito partecipato

Forse papa Francesco non si può assimilare  semplicemente ad un “cardiotonico”  (come ha fatto, scusandosene in anticipo,  Francesco vescovo nel suo indirizzo di  saluto al pontefice a fine messa) ma che la  visita del successore di Pietro a Carpi e nella  Bassa scossa dal terremoto di cinque anni  fa sia stato come un elettroshock per riportare  l’attenzione sull’Emilia del terremoto,  questo è indubitabile. Cinque anni sono stati  più che sufficienti per far dimenticare a tanti  gli sconvolgimenti di un sisma che è stato  epocale per la nostra realtà ma che sono stati  messi in ombra e relegati in secondo piano  dagli altri sconvolgimenti subiti nel frattempo  dal nostro paese.  er una Emilia che si rialzava, a fatica ma fidando  soprattutto sulle proprie forze, ci sono state  nel frattempo inondazioni, frane e terremoti e  sciagure che sono ancora ferite aperte che sanguinano.  Ma, davanti alla Cattedrale di Carpi riportata al suo  antico splendore, e davanti a quella di Mirandola, ancora  tale e quale come al momento delle scosse di cinque anni  fa, il pontefice ha riacceso i riflettori e ha lanciato un  grido di speranza.«La voce del Signore – ha detto papa  Francesco nella sua omelia durante la messa celebrata di  fronte ad una piazza Martiri gremita come non mai nella  sua storia – dice ad ognuno di noi: non abbiate paura,  venite fuori. Per quanto pesante sia il passato, grande il  peccato, forte la vergogna, non sbarriamo mai l’ingresso  al Signore, è questo il tempo favorevole».  Una folla, quella assiepata in piazza Martiri sin  dalle primissime ore del mattino (alcuni addirittura in  attesa dall’una di notte), veramente compenetrata e  partecipe del momento storico di questa visita papale.  Non una “udienza generale”, con le grida di gioia e  lo sbandieramento di striscioni e cartelli, ma un rito  partecipato e raccolto, con oltre 4 mila malati, invalidi,  anziani e fragili in prima fila. Non per questo l’accoglienza  a papa Francesco è stata tiepida: lungo il percorso e dopo  la messa il contatto che il papa ha voluto riallacciare  personalmente con i tanti assiepati dietro le transenne  (decine di migliaia) non è mancato e ha assunto i toni  confidenziali e spontanei propri di questo pontefice  “venuto dall’alto capo del mondo”.  E anche il saluto di monsignor Francesco Cavina,  “Francesco vescovo”, ha raccolto il consenso fra i  fedeli: sei gli applausi che hanno interrotto il suo breve  intervento. Fra l’altro, dopo il suo “benvenuto a Carpi”,  dopo il suo ripetuto “grazie, grazie, grazie”, dopo  aver ricordato il beato Odoardo Focherini e poi don  Francesco Venturelli (sacerdote ucciso all’indomani del  25 aprile di liberazione) . E il pontefice, nel rispondere al  saluto del presule carpigiano, lo ha voluto espressamente  ringraziare ponendo il sigillo papale sull’ottima riuscita,  anche dal punto di vista organizzativo, di questa  estemporanea visita di papa Francesco a Carpi, decisa  all’ultimo momento e ciò nonostante allestita ( fra  non poche difficoltà oggettive) senza sbavature. Papa  Francesco a tratti è apparso stanco ma non ha mancato  di gratificare la folla dei fedeli accorsi al suo cospetto  con la cordialità e l’affabilità che lo caratterizzano: ha  avuto parole di conforto per gli ammalati («Vi voglio  ringraziare perché con le vostre sofferenze aiutate la  Chiesa a portare la croce di Cristo»), ha interloquito  con i ragazzi (con i cresimandi di Correggio, davanti la  Sagra, per esempio, il tutto immortalato da un minivideo  postato su face book che ha raggiunto oltre 500  mila persone), ha baciato bimbi e dispensato sorrisi.  Lasciando una profonda impressione e un ricordo che  sarà difficile che il tempo possa cancellare.  ***  Tre giorni per allestire, un paio per smantellare  tutto: Carpi (ma anche Mirandola), il giorno dopo, è già  praticamente ritornata alla sua normalità. Il blitz del  pontefice passerà alla storia (e sarà da meditare ancora  a lungo) ma la cronaca l’ha già digerito. Pagine e pagine  di foto e di commenti, schegge di una giornata che ha  visto andare quasi tutto per il meglio.  Il tempo: ha tenuto nonostante qualche goccia  prima e al termine della messa in piazza Martiri, pioggia  che papa Bergoglio ha allegramente accolto senza far  ricorso all’ombrello.  I presenti: le valutazioni vanno dalle 40 alle 80 mila  presenze. In piazza Martiri c’era il tutto esaurito (15 mila  posti a sedere, 4500 gli assistiti dall’Unitalsi, in carrozzina  e in barella), difficile quantificare quanti si sono dovuti  accontentante di salutare il papa durante i suo passaggio  in papa mobile.  Le autorità: naturalmente, in prima fila con il  ministro alle infrastrutture, Graziano Delrio, i sindaci,  i parlamentari e i presidenti. Quello della Fondazione  campo di concentramento di Fossoli, Pierluigi  Castagnetti, è stato chiamato a conferire con papa  Francesco prima della messa, fra la sorpresa dei presenti.  Cosa si siano detti, non è dato sapersi.  I vescovi: l’unico che ha avuto il tempo di salutare  i malati, in stile papa Francesco, è stato l’arcivescovo di  Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi. Il vescovo  emerito di Carpi, Elio Tinti, ha atteso da solo, seduto  nel settore riservato ai vescovi sul palco papale, l’arrivo  degli altri presuli perché ha purtroppo grossi problemi  di salute.  I volontari: scout, protezione civile, addirittura  l’associazione dei Templari cattolici, hanno assicurato  il servizio di presidio sul percorso, Croce Rossa, Croce  Blu e Anpas hanno assicurato l’assistenza medica. Il loro  intervento, per fortuna, è stata ridotto a pochi e lievi casi.  I regali: a papa Francesco sono stati in tanti a voler  donare qualcosa. Chi un mattone e la terra del campo  di concentramento (il Sindaco Alberto Bellelli), chi  una serie di dipinti su una sua enciclica (Romano  Pelloni), sia un volume di saggi sugli archivi ecclesiastici  dell’Emilia Romagna (Gilberto Zacchè, Alfonso Garuti  e Andrea Beltrami).  I parcheggi: è dimostrato che a Carpi sono tutti a  ovest. L’unico parcheggio sistemato altrove è quello della  Meridiana che è stato giustamente assegnato ai disabili.  D’altra parte la visita papale ha ampiamente dimostrato  che tutta la città si può tranquillamente percorrere a  piedi, che è tutta un’altra cosa.  I momenti più toccanti e partecipati della visita di papa Francesco a Carpi: la gente  esultante o raccolta in preghiera, i gesti affettuosi del Pontefice e alcune istantanee  della storica giornata vissuta dai carpigiani    

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