Arredo: La Flora immalinconita di piazzale Ramazzini

Fontane senz'acqua un simbolo di Carpi

CARPI – Una volta era una fontana di nome e di fatto. C’è ancora chi se la ricorda, fare bella figura di sé al centro di piazza Garibaldi, la “piazzetta delle verdure”, dove i giorni di mercato gli ambulanti andavano a rinfrescare pesce, frutta e verdure, i prodotti che esponevano sui banchi, con l’acqua che zampillava dalle sue quattro bocche a foggia di anatrina. Da quando è stata trasferita in piazzale Ramazzini, di fronte al triste mercato coperto (un tempo delle uova e dei polli)  che ha ereditato per un certo periodo la tradizione del mercato delle verdure, la fontana del Baraldi, non solo ha perso i suoi getti zampillanti ma anche tutta la sua prorompente vitalità. Lei, la fontana di Flora dea della prosperità agreste, dello scomparso scultore carpigiano Renzo Baraldi, è diventata un inciampo divisorio nel parcheggio delle autovetture, un chè di stonato nell’era della motorizzazione esasperata. Non butta più acqua, lei che nel 1955, quando fu inaugurata (fra qualche polemica, visto il bel nudo prorompente della ninfa) era tutto uno zampillio, da anni è a secco anche se qualche buontempone non si è peritato di eliminare, per pudicizia, la scritta “acqua non potabile” che fu posta a suo tempo sul basamento. La vasca, se non altro, non contiene più come in un recente passato l’acqua piovana imputridita e qualcuno, periodicamente toglie anche i rifiuti che gente distratta le getta nel catino, ma, insomma, che senso ha una fontana che non “zampilla”? Quello di un monumento che non commemora più nessuno, o quello di una lapide con le scritte cancellate dal tempo e dall’incuria, che parla restando muta. L’idea di riportare Flora in piazza Garibaldi, ventilata in un recente passato, è stata lasciata cadere nel vuoto ma, a ben vedere, è ancora attuale, tanto più oggi che piazza Garibaldi, pedonalizzata ma non domata e piegata al destino del grande vuoto come piazza Martiri, si è riscoperto “salotto buono” del centro storico, con i suoi locali aperti sino a tira-tardi e il passeggio della Carpi bene. Se poi la condanna è quella di tenere Flora in piazzale Ramazzini come all’ergastolo, che le si dia un minimo di acqua da dispensare, avendo cura di ripulire di quando in quando. Dopo tutto anche piazzale Ramazzini sta cercando faticosamente di recuperare un minimo di dignità con i suoi bar e i suoi ritrovi. La povera Flora, lo scultore Baraldi e molti carpigiani non chiedono alla fin fine molto di più di questo.

Fabrizio Stermieri

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