La Giunta e il Pd, con l’appoggio di Forza Italia e Fratelli d’Italia An, avevano tutte le ragioni, l’altra sera in Consiglio, per approvare come atto dovuto ( o “diritto acquisito”) l’autorizzazione ai proprietari a presentare un piano particolareggiato per il comparto F14 compreso tra la Tintoria Lux e la via Quattro Pilastri. In fondo, la regola del “questo è mio e ci faccio quel che voglio io”, compatibilmente con la sottoscrizione della convenzione con il Comune, è stata il criterio che ha sovrinteso all’ultimo quindicennio di politica urbanistica comunale e ai settanta e passa piani particolareggiati approvati nel segno di un totale laissez-faire. L’Assessore all’Urbanistica non avrebbe dovuto però dare a credere, nel caso specifico, che siano state solo nobili ragioni ambientali quelle che hanno fatto decidere ai proprietari di ridurre il comparto dagli originari 107 mila 285 metri di superficie territoriale – con piani particolareggiati già approvati dal Consiglio il 9 dicembre 2004 – ai 27 mila, di cui 8 mila di superficie coperta, per i quali è stata avanzata la richiesta di autorizzazione. Ed è parso un tantino fuori luogo anche ricondurre a merito del Comune quella rinuncia a 80 mila metri quadrati, presentati come coerenti con l’incoraggiamento che viene dall’Unione europea a restituire a uso agricolo aree urbanizzate. Sono tutti propositi virtuosi che in realtà si riducono a un’unica, vera motivazione: l’insopportabilità, per i proprietari, di continuare a pagare l’Imu per terreni classificati come edificabili, ma ai quali il mercato per com’è oggi non può essere interessato.
