Unieco la fine di un colosso Coop

Le cronache che rimbalzano da Reggio Emilia riferiscono di un’autentica tegola, attesa da almeno due anni, ma pur sempre pesante, per l’economia reggiana: Unieco, cooperativa di costruzioni con interessi anche a Carpi e con una storia che affonda le proprie radici fino al 1904, andrà in regime di liquidazione coatta amministrativa, previa autorizzazione del Ministero dell’Economia. Lo ha annunciato il Consiglio di amministrazione all’assemblea dei soci convocata il 28 marzo scorso. Sfuma così anche l’ultima ipotesi di salvataggio, delineatasi dopo la richiesta al Tribunale di un concordato in bianco presentata nel gennaio scorso. L’ipotesi si basava sul piano presentato dai fondi Oxy Capital e Attestor Capital che prevedeva una iniezione di 25 milioni e la cessione di una parte del patrimonio immobiliare per finanziare la prosecuzione dell’azienda e, insieme, cominciare a pagare alle banche (Mps, Unicredit, Intesa SanPaolo e Cariparma) il debito di 300 milioni. Ma alla fine le banche, ritenendo eccessiva la quota di credito alla quale avrebbero dovuto rinunciare, hanno ritirato la propria fiducia al piano dei fondi. Delle caratteristiche tecniche della liquidazione coatta amministrativa, che si applica solo a determinati tipi di aziende fra cui le cooperative, riferiamo qui sotto. Quello che la stampa reggiana evidenzia in primo luogo dopo l’annuncio dato dalla presidente Cinzia Viani (subentrata nel 2015 allo storico presidente Mauro Casoli), è lo scenario preoccupante che si apre per i 340 dipendenti, 170 già licenziati a febbraio con decorrenza da maggio, ai quali verrà assicurata per due anni l’indennità di disoccupazione garantita dalla Naspi (Inps). È lo stesso scenario che si profila per i soci sovventori che nella procedura concorsuale adottata non hanno alcun privilegio e rischiano di perdere il capitale, costituito per lo più dalle liquidazioni lasciate in azienda. All’assemblea, che si è tenuta in un circolo Arci della Città del tricolore, il CdA aveva predisposto due versioni del conto consuntivo 2015, una nell’ipotesi che la cooperativa proseguisse, l’altra in vista di una eventuale cessazione dell’attività. Con la scelta della liquidazione è passata la seconda, che dichiara una perdita di bilancio di 600 milioni e un patrimonio netto negativo di 90 milioni. “Con un patrimonio negativo e un settore degli appalti che si è ridotto di un terzo costringendo a continui ribassi – ha dichiarato ai microfoni della Gazzetta di Reggio Ivan Lusetti, che siede nel CdA in rappresentanza della Lega cooperative – non c’era niente da fare. Questo epilogo rappresenta un colpo non solo per l’azienda ma per l’intero movimento cooperativo, che lascerà a bocca asciutta molti fornitori privati, ma che viene colpito anche in prima persona, essendo larga parte dell’indotto dei fornitori costituito da cooperative”. È certo che il lavoro del liquidatore, che verrà designato dal Prefetto in una rosa di nomi di cooperatori, si annuncia particolarmente complesso, considerate anche le circa quaranta fra società e consorzi, molti dei quali in attivo, alle quali il Gruppo Unieco partecipa in prevalenza nel Nord Italia e per svariati settori di intervento, dall’immobiliare ai centri commerciali, passando per le opere legate a energia e ambiente, le grandi infrastrutture stradali e ferroviarie, le piscine, gli stadi, le strutture socio assistenziali. 

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