In Cina sulle ali del boom del mangiare all’italiana

di Elisa Paltrinieri

Come direbbe il comico Maurizio Crozza nelle vesti del direttore di Libero Vittorio Feltri, “è fattuale”: all’estero il cibo Made in Italy piace. Talmente tanto che salsa al pomodoro, pesto alla genovese e mozzarella campana potrebbero essere usati come volano per la ripresa economica e occupazionale. A testimoniarlo ci sono i dati: secondo la Coldiretti infatti nel 2017 le esportazioni nel settore agroalimentare hanno sfiorato i 41 miliardi di euro. Se li esaminiamo nel dettaglio, possiamo constatare che due terzi delle esportazioni interessano i Paesi dell’Unione Europea mentre, al di fuori dei confini Ue, gli Stati Uniti restano uno dei principali mercati di destinazione dei prodotti. Ma le vere sorprese sono rappresentate da Giappone, Russia e soprattutto Cina, dove si registra una crescita addirittura del 17 per cento: un vero e proprio boom. Un ottimo risultato che consacra un anno speciale com’è il 2018, battezzato come anno italiano del cibo dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e da quello dei Beni culturali e del Turismo. Una conferma locale di quanto detto arriva da Diego Ponzoni, intercettato poco prima di partire per la Croazia.

Diego, roveretano di 31 anni, lavora da più di un decennio per l’industria di specialità alimentari Menù di Medolla, cioè da quando conseguì il diploma presso l’Istituto alberghiero Motti di Correggio. E da allora è sempre in viaggio per proporre condimenti, salse e creme, funghi, primi piatti, pietanze preparate e dessert alla ristorazione italiana ed estera.