Edilizia - Tra le vie Berlinguer e Poma, a San Marino solo cantieri incompiuti

Dove costruire non porta bene

SAN MARINO – E’ una sorta di “triangolo delle Bermuda” dei costruttori carpigiani, una vasta area destinata all’edilizia residenziale che non porta fortuna a chi in passato ha pensato di realizzarvi palazzine e villaggi residenziali, almeno stando ai risultati. Fra via Enrico Berlinguer e via Carlo Poma (uno noto politico contemporaneo, l’altro meno noto patriota risorgimentale), a San Marino, diverse iniziative edilizie nate per dare una casa ai carpigiani si sono risolte in un fiasco, o quasi.

I primi a dare forfait, ormai sono trascorsi due lustri, sono stati i soci cooperatori di Acli Casa: la loro palazzina, che si affaccia proprio sull’area verde di via Berlinguer, giunta praticamente al tetto, si è inesorabilmente arrestata a seguito della messa in liquidazione della cooperativa e, successivamente, del suo fallimento. Il curatore, nonostante il tempo trascorso, non sembra aver trovato una soluzione praticabile per l’immobile rimasto a metà. Tre anni or sono, sempre in via Berlinguer, il Comune di Carpi ha acquistato a prezzi più che accettabili un’altra palazzina,destinata ad alloggi di residenza sociale, che era rimasta da tempo invenduta e che, forse avrebbe fatto la stessa fine di quella lasciata a metà. Nel frattempo anche altri ci hanno provato a costruire a San Marino: proprio di fronte all’edificio delle ex Acli Casa sono stati realizzati due altri edifici, parte di un più vasto ed ambizioso complesso residenziale denominato “I petali”. Anche qui si è ripetuta la storia già vista in precedenza: arrivati a copertura dei primi due edifici del complesso (circa la metà del più vasto lotto edificabile) le cose hanno subito un inaspettato stop: «Erano arrivati addirittura a mettere le finestre – segnala un residente di San Marino – poi qualcuno è tornato e le ha smontate e portate via». Questo secondo complesso immobiliare, stando ai cartelli di cantiere, doveva essere realizzato dalla società Habitat Sbm, con sede legale in Carpi e attualmente anch’essa in liquidazione. Il centiere, nei mesi scorsi, era stato oggetto di un insolito provvedimento da parte del Comune di Carpi, una ordinanza di sgombero materiali eseguita dal Comune stesso a spese della società. I residenti della zona, infatti, avevano lamentato lo stato di abbandono del cantiere con pericoli oggettivi per la salute pubblica. L’area è stata convenientemente recintata e ripulita, una gru che da tempo stazionava in cantiere, è stata smantellata e rimossa. Rimangono gli scheletri delle due costruzioni e la messa in liquidazione della società costruttrice non fa presumere nulla di buono per il completamento del lotto. «Le licenze edilizie rilasciate ai costruttori – puntualizzano in Municipio – hanno una validità di tre anni». Dopo di ché comincia un’altra storia, quella del fallimento, forse, o, forse, di una ripresa dei lavori con un altro costruttore subentrato. Triangolo delle Bermuda permettendo.

f.s.

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