L'Inps amplia l'Home Care
Lo gestisce l’Inps, interessa i dipendenti pubblici in attività o in pensione e da quest’anno, dopo un biennio di sperimentazione, ha allargato la platea dei possibili beneficiari. Stiamo parlando dell’Home Care Premium, un contributo di sostegno di dipendenti pubblici che si trovino in condizione di non autosufficienza e che ora potrà essere esteso anche al coniuge o ai parenti di primo grado (genitori, figli, fratelli e sorelle), sempre a condizione che si trovino anch’essi in condizione di non autosufficienza. In base al bando pubblicato in questi giorni, il dipendente pubblico può chiedere di essere ammesso a un beneficio economico per aver sostenuto spese come l’assunzione di una badante o l’erogazione di prestazioni socio assistenziali come operatori a domicilio, centri diurni, attività di sollievo, servizi di accompagnamento e trasporto, ausili e dispositivi di supporto, assistenza psicologica, fisioterapia e servizi di logopedia, pasti eccetera. Come si fa ad accedere al contributo del quale fruiscono finora, nel territorio dell’Unione, una sessantina di persone? Occorre presentare all’Inps in via telematica una domanda di ammissione entro le ore 12 del 30 marzo (si possono chiedere informazioni allo 059 643624) corredandola dell’Isee socio sanitario per il quale è utile ricorrere a un Caf. L’ammissibilità al contributo, che può variare da un massimo di 500 euro mensili a un minimo di 150, viene decisa in base a tre livelli di disabilità e a cinque fasce di reddito Isee. Chi è ammesso, entra in una graduatoria nazionale che darà diritto al beneficio accordato a partire dall’1 luglio. Dopo la pubblicazione della prima graduatoria nazionale, dal 27 aprile sarà possibile presentare nuove domande. Il fondo al quale attinge l’Inps per queste forme di sostegno, da quest’anno allargate a comprendere i coniugi e familiari di primo grado, è alimentato dai proventi della trattenuta obbligatoria dello 0,35 per cento sulla busta paga dei dipendenti pubblici.
