La media Focherini e quelle basi di futuro
Era il 1978, l’anno del sequestro e dell’assassinio di Aldo Moro, culmine di un decennio nel quale qualche minoranza armata si illuse di cambiare la società con la violenza e il terrore. Ma ha coinciso anche con un momento nel quale una generazione di insegnanti compresi fra i 25 e i 35 anni, formatisi nelle ribollenti aule universitarie dell’epoca, ritenne che il miglioramento e la trasformazione della società potessero avvenire invece a partire dalla scuola. Quarant’anni fa, a Carpi, l’impeto ideale di quella generazione di maestri e professori si riversò, per esempio, nell’esperimento delle scuole elementari a tempo pieno. Ma lasciò la propria impronta anche nell’evento che si celebra in questi giorni: i quarant’anni trascorsi dalla inaugurazione della scuola media Focherini. Li ricorda una mostra, curata da Anna Chiara Saltini e allestita al piano terra dell’istituto. Visitabile fino al prossimo 28 giugno, l’esposizione ricostruisce il percorso attraverso il quale, dalla richiesta di un contributo statale allo stanziamento, nel 1976, dell’importo di 780 milioni di vecchie lire da parte del Consiglio comunale, fino al taglio del nastro del nuovo edificio avvenuta nel gennaio 1978 per mano di un sindaco Cigarini dai capelli ancora nerissimi, prendeva il via l’avventura di quella che ancora si chiamava “succursale della media Ungaretti”. Nel gennaio 1981, a due anni esatti dall’apertura, verrà intitolata a Odoardo Focherini, ma nell’intervallo era conosciuta semplicemente come Quinta scuola media. La denominazione, vagamente evocativa delle pianificazioni sovietiche, rivelava in realtà le motivazioni di fondo del nuovo istituto: rispondere all’insufficienza cronica di aule per questa fascia scolastica, aggravata da 150 nuove iscrizioni profilatesi fin dall’anno 1972/’73 e che avrebbero reso necessari i doppi turni. Non solo: in quel nome si avvertiva anche l’eco di una crescita della città che di lì a poco avrebbe fatto della zona a nord di via Magazzeno uno dei quartieri a maggior densità di popolazione, concentrata nei grandi condomini che fanno significativamente da sfondo a una delle foto di classe in mostra, scattata nel 1980. Proprio questa sua natura anche di avamposto territoriale nella periferia in espansione e di scuola media così distante dal centro storico e dal ceto medio urbano, sommata alla matrice culturale condivisa da buona parte del corpo docente, farà a lungo della Focherini un istituto per antonomasia legato alla novità, alla sperimentazione e a una originale “diversità”. Tratti, questi, che gli sono rimasti impressi al di là della generazione dei “fondatori”, della quale abbiamo interpellato alcuni esponenti, ora a riposo: Cosetta Cigarini, docente di Tecnolgia dal 1978 al 2016, Dimes Maretti, docente di Lingua inglese dal 1979 al 2005 e Fausto Bedogni, insegnante di Lettere e vice preside dal 1979 al 1997.