Il giornalismo secondo i più giovani
Articoli d’apertura, di spalla, di fondo, piedi e brevi: termini incomprensibili per i più, ma che i ragazzi del liceo Fanti e del Vallauri conoscono bene. In queste due scuole si sono infatti affermati con successo due giornalini scolastici in cui i giovani possono esprimere la propria creatività. Stiamo parlando delle redazioni de “Il Resto del Fantino” e “Il Merlino”, due periodici che, come le grandi testate, vivono momenti di frustrazione, entusiasmo, passione e che si trovano ora ad affrontare i cambiamenti del settore editoriale.
Abbiamo incontrato gli studenti che ogni settimana vi lavorano per sapere come vivono il giornalismo e il rapporto con i coetanei.
IL RESTO DEL FANTINO
Sembrano prendersi molto sul serio gli studenti della redazione de Il Resto del Fantino, il giornalino del Liceo Fanti. Questi apprendisti giornalisti hanno, infatti, costituito un gruppo ben strutturato in cui ognuno dà il proprio contributo. «Usciamo più o meno ogni tre mesi, dipende dagli impegni – racconta Marco Mondello, uno dei redattori di punta – e parliamo un po’ di tutto: abbiamo strutturato il giornale in diverse rubriche, che rimangono fisse ogni volta. Abbiamo “Vita nel liceo”, che è un riassunto degli eventi che si sono svolti nella scuola, la parte di attualità, in cui scriviamo di grandi temi e poi ancora i giochi (Sudoku o cruciverba) e le frasi migliori dei professori. Ogni volta poi intervistiamo un insegnante diverso e finora siamo riusciti a non ripeterci mai».
Sono gli stessi studenti a occuparsi dell’impaginazione e della distribuzione dei giornalini, che vengono venduti a un prezzo minimo, per sostenere le spese di stampa. Da qualche tempo poi la redazione ha deciso di aprirsi al digitale, con un blog per la pubblicazione di alcuni articoli e un profilo facebook. E su questi strumenti Modello aggiunge: «Sono sicuramente ottimi mezzi di comunicazione e diffusione, purché non se ne abusi, perché sono anche covo di bufale e informazioni scorrette. Di per sé sono solo strumenti, dipende come vengono usati».
