Schierato per la conferma di Bellelli, ma l\'entusiasmo sta altrove...

Campedelli alla finestra nella fase più nera del Pd

Il tema era “Emilia  Romagna, la Regione  del fare”, protagonista il  consigliere regionale Enrico  Campedelli invitato alla sala  Cabassi di via don Albertario  dal segretario del circolo  Pd Carpi Nord, Carlo  Anfuso. Ma era tanta anche  la curiosità, o almeno così  pareva, delle poche anime  presenti di sentirsi dire qualche  cosa della stretta attualità  politica. Quanto meno alla  luce del primo ballottaggio  del dopoguerra con il quale,  dopo settantatrè anni di  governo, dovrà misurarsi il  Pd di Imola, città in tutto  e per tutto assimilabile a  Carpi: per numero di elettori;  per i rapporti di forza fra  gli schieramenti politici;  per un Movimento 5Stelle  che incalza il Pd e che con  la Lega e qualche alleato  civico, potrebbe strappargli il  Comune. 

 

 

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Lui, Campedelli, da scafato  navigatore della politica qual è,  ha colto il segnale di attesa, ma  lo ha liquidato con compassata  prontezza. Ha volteggiato largo  sul senso del voto del 4 marzo,  ricordando come tutte le  sinistre europee siano alle prese  con un problema di identità  (“Dobbiamo capire che cosa  vuol dire essere di sinistra”).  Ha deprecato “...l’esserci mossi  più dalla parte di quelli che  ce la stanno facendo che degli  ultimi”. Ha fatto notare che  “...vinciamo nei centri storici  e perdiamo nelle periferie”  per cui “dobbiamo ripensare la  nostra presenza sul territorio”.  Ha sottolineato la tendenza  troppo disinvolta a scavalcare i  “soggetti intermedi” (sindacati,  associazionismo, eccetera)  inseguendo il populismo nella ricerca di un rapporto diretto  con i cittadini. Ha ammonito  che il Pd è atteso da una  “traversata lunga e pesante”,  nella quale dovrà capire “...  che cosa è scattato nella  testa della gente”, visto che  nessun atto di buongoverno,  nessuna legge di conquista di  diritti civili vale a equilibrare,  nell’opinione dei più, il senso  di insicurezza, la tendenza  a rinchiudersi per effetto  soprattutto dell’immigrazione:  tant’è che con la mossa  dell’Aquarius la Lega sta  mietendo consensi “...fino ad  apparire padrona della golden  share dell’attuale governo”. 

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