Finanza - Anticipazioni sul bilancio. L'utile c'è ma erogazioni ancora dal fondo di riserva

Fondazione: nel 2016 né guadagni né crolli

CARPI – E' tempo di fare i conti alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. In questi giorni il presidente della Fondazione, Giuseppe Schena, e il consiglio di amministrazione dell'ente stanno esaminando la bozza di bilancio del 2016 che sarà prossimamente sottoposta all'attenzione del consiglio di indirizzo e delle istituzioni locali. Dopo un pesante 2015, chiusosi con una altrettanto pesante diminuzione del patrimonio netto della Fondazione (25 milioni in meno, dovuti soprattutto alle svalutazioni dei titoli azionari detenuti in portafoglio), l'ente-cassaforte dei carpigiani si presenta con i conti più in ordine e in sostanziale allineamento rispetto alle previsioni di budget. L'annata finanziaria, infatti, nonostante gli alti e bassi registrati a seguito degli eventi esterni che inevitabilmente influenzano le borse, è trascorsa senza troppi problemi. Non ci sono state grandi prese di beneficio ma neppure precipitosi crolli dei titoli principali, pur se quelli bancari non hanno contribuito a migliorare le posizioni. Dal punto di vista reddituale, dunque, la Fondazione dovrebbe replicare nel 2016 un risultato economico almeno pari a quello del 2015 e cioè 4,5 milioni di euro che tuttavia, al netto degli accantonamenti a riserve, costringerà l'ente a far ricorso ancora una volta al fondo per le future erogazioni (forte di una giacenza di 13,1 milioni di euro) se sarà stato chiamato a erogare, come previsto nel budget 2016, più di 4 milioni di euro per sovvenzionare oltre un centinaio di interventi a sostegno dei settori di suo interesse istituzionale: scuola e formazione universitaria, sanità, cultura e sociale.

D'altra parte, nel corso del 2016, sono maturati e giunti a compimento diversi investimenti pluriennali che la Fondazione aveva messo in cantiere negli anni precedenti (due per tutti: la casa della cultura di Soliera e il nuovo polo culturale di Novi) e che avevano impegnato ingenti somme (un totale di oltre 4,2 milioni di euro), somme che da quest'anno si sono rese libere per nuove imprese. Dall'inizio dell’anno, poi, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi è infatti diventata socia fondatrice "successiva" della Fondazione ex campo di concentramento di Fossoli a cui d'ora in poi contribuirà finanziariamente in modo organico (Luigi Lamma è stato nominato consigliere della Fondazione Cassa nella Fondazione ex campo), e ha confermato l'intenzione di entrare anche a far parte della futura fondazione per l'Hospice di Carpi (che probabilmente sorgerà invece a San Prospero) fortemente voluto dall'Amo, Associazione Malati Oncologici. Per restare ai conti, rimane in Fondazione un certo malumore (non dissimulato) per la bocciatura della proposta avanzata dal presidente Schena per un concambio azionario con Hera del pacchetto di azioni Aimag da tempo congelato nelle casseforti della Fondazione carpigiana. Visto l'andamento in crescita del valore dell'azione Hera alla borsa di Milano, c'è chi sottolinea il mancato affare per la Fondazione Cassa Carpi ma, evidentemente, su tutta la vicenda del futuro di Aimag, di cui la Fondazione rimane socia di minoranza in tandem con la Fondazione Cassa Risparmio di Mirandola, molto resta da dire e da scrivere. E le valutazioni non sono solo economiche ma anche politiche. Sul tavolo ci sono le titubanze e i continui rinvii da parte della parte pubblica, i Comuni che detengono la maggioranza di Aimag, l'ormai imminente referendum sull'acqua pubblica (che non è ininfluente sul futuro industriale di Aimag), e gli stessi dati di bilancio della multiutility della bassa la quale, con un presidente (Monica Borghi, nominata fra molte perplessità, nello scorso mese di luglio) ed un consiglio di amministrazione "provvisorio" ormai da quasi un anno, naviga nell'ordinaria amministrazione e nell'incertezza programmatoria da troppo tempo.

f.s.

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