Sodalizi - Presidente al lavoro per l'affiliazione all'Automotoclub storico itliana (Asi)

Il Moto Club cambia sede e sarà Auto Moto Club

di Fabrizio Stermieri

CARPI – Al suo trentaseiesimo anno di vita (ma in realtà, come vedremo, ha più anni di quanto non dichiari ufficialmente) il Moto Club Carpi cambia volto. Pur restando nel solco della solida tradizione che lo vuole protagonista, con le sue diverse attività, della vita non solo motoristica carpigiana, il club ha infatti messo in campo una serie di iniziative a modo loro “rivoluzionarie”.

«Si – conferma Franco Veneri, da otto anni alla guida del Moto Club e giunto ormai al suo quarto mandato – si può ben dire che il 2016 è stato per noi un anno di svolta e che, probabilmente lo sarà anche il 2017: quest'anno, intanto, abbiamo cambiato sede lasciando quella storica di San Marino per una nuova collocazione nel quartiere artigiano di Cibeno, in via Lago Scaffaiolo. E per il prossimo anno ci stiamo preparando per fare richiesta di affiliazione all'Asi, l'Automotoclub Storico Italiano, per modificare la nostra ragione societaria in Auto Moto Club Carpi».

Un salto di qualità o solo una fuga in avanti?

«Certamente la voglia di far compiere al nostro Club, che oggi conta circa 130 soci, un grande salto di qualità perché l'Automotoclub Storico Italiano è l'associazione più prestigiosa in Italia per i collezionisti di veicoli storici e a Carpi noi sappiamo che questa passione è molto diffusa e ci sono grandi potenzialità. Certo, non ci nascondiamo le difficoltà perché per diventare club affiliato Asi dovremo raccogliere 120 possessori di auto e moto d'epoca non ancora affiliati Asi e portare 60 nove immatricolazioni all'associazione. Insomma una sfida per il 2017 che io e il consiglio direttivo del Moto Club Carpi abbiamo deciso di raccogliere».

Sede nuova, nuovi propositi. Ma il Moto Club Carpi ha una sua lunga storia...

«Ufficialmente siamo nati nel 1980 ma abbiamo in quella data raccolto l'eredità del precedente Club Lambretta di Carpi che era stato fondato a sua volta negli anni '50. Abbiamo alle spalle ben trenta edizioni della nostra classica “mostra scambio” che è diventata una classica manifestazione di tutti gli appassionati di cicli, moto e autovetture. Per vari motivi abbiamo dovuto tenerne alcune edizioni a Modena, l'ultima presso la Fiera di Gonzaga con ben 500 espositori. Un successo che grava tuttavia sulle spalle di noi pochi organizzatori e che ci impegna moltissimo. A questo abbiamo aggiunto anche l'impegno di organizzare, fra non poche difficoltà, anche il mercatino antiquario e del riuso in piazza Martiri. Poi c'è il resto della nostra attività diciamo così “caratteristica”: raduni (epocale quello del 2010 con le moto Parilla), feste,

partecipazione a gare motoristiche ed escursioni. Senza dimenticare che siamo “Moto Club” ma che le moto non sono il nostro solo orizzonte. Per esempio abbiamo organizzato quest'anno anche una manifestazione di biciclette storiche (la Lambruschetta, partita da piazza Martiri alla presenza di un grande del ciclismo come Felice Gimondi) e parecchi dei nostri soci sono interessati anche ai trattori ed alle macchine operatrici in agricoltura, anch'esse ormai “storiche”».

C'è poi il versante della solidarietà e della beneficenza...

«Quest'anno abbiamo destinato 30 mila euro a varie iniziative: abbiamo acquistato una autovettura per il servizio infermieristico a domicilio del'Ausl, abbiamo donato alcuni letti speciali per malati di Alzheimer alla casa di riposo, abbiamo infine destinato una somma per finanziare in parte il progetto “Muoviti Muoviti” per avviare alla pratica sportiva i giovanissimi».

Non ci dica che fa tutto questo lo fa da solo.

«Naturalmente no – sorride Franco Veneri –. Lo faccio grazie al contributo di tutti i soci del Club, naturalmente, e grazie a quello in particolare di alcuni preziosi collaboratori: Luciano Veroni che segue il lato contabile, Renato Barbolini che cura i problemi legati ai mercatini, Mauro Calestrini impegnato in prima persona per l'affiliazione Asi, e tanti altri.

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