Giardini: un recinto per salvarli
Il conto alla rovescia è già incominciato: riaperti i Giardini pubblici, quando la città e l'Amministrazione comunale dovranno prendere atto del primo lampione rotto, del primo graffito sui muretti, delle prime lordure gettate a insozzare la rinata fontanella dietro il Municipio, dei primi manti erbosi rovinati o trasformati in luoghi di decenza per quadrupedi? Perché una cosa è certa: prima o poi accadrà. Non si tratta di filosofeggiare su quanto ci sia da lavorare sul senso di appartenenza e sul civismo, nella Carpi di oggi. E neppure di scomodare ragionamenti sull'educazione da impartire alle nuove generazioni nelle famiglie e nelle scuole. Questo ci sta tutto, in prospettiva futura.
Nell'immediato occorre altro: occorre una misura precisa che trasmetta il senso preciso di un'Amministrazione intenzionata con ogni mezzo a fare rispettare i luoghi pubblici della città. Come i Giardini, appunto, appena restaurati e riportati all'uso con un investimento di 600 mila euro.
Ora però sono lì, a disposizione di tutti, pedoni e ciclisti, in ogni ora del giorno e della notte. E per salvaguardarli non c'è che una soluzione, adottata da sempre nei giardini (da distinguere dai parchi) di tutte le città europee e anche di molte città italiane.
La soluzione è quella di recintarli.