Aimag: punto e tutto daccapo
La mozione del patto è servita solo a mantenere unita la parte pubblica. Tutte le opzioni sono in campo con l'aggiunta della holding. Che per il centro destra imbriglierà sia Carpi che l’Area Nord.
A neanche un mese dal referendum, tutto pare di nuovo ingarbugliarsi e complicarsi in materia di Aimag, lasciando aperte tutte le ipotesi, compresa quella del percorso verso Hera che la recente mozione del patto di sindacato, sotto la pressione della consultazione referendaria, sembrava aver accantonata.
Era un po’ questa la sensazione che si poteva ricavare l’altra sera, in Consiglio, dalla replica del Sindaco alla marea di domande proveniente dai banchi delle minoranze. C’era da approvare la rinuncia alla revoca del patto di sindacato, atto che il calore della materia aveva indotto la Giunta a sottoporre all’assise cittadina, quando gli altri Comuni soci della multiutility si sono accontentati della mancata disdetta silenziosa. Ma anche se la relativa delibera sarebbe poi stata approvata all’unanimità, prorogando così il patto di altri sei mesi, la discussione ha finito inevitabilmente per vertere su quello che i sindaci avevano inteso dire effettivamente con la mozione di tre giorni prima: la stessa sulla quale, in un insolito sussulto di ironia, il Comitato per l’Acqua pubblica si era chiesto perché non l’avessero scritta in Italiano.