Partiti e città divisi sull'opportunità di acquistare il terreno con il tratto di mura a vista

Un simbolo al di là del muro

Il casus belli nato da un probabile accordo con il proprietario per incoraggiarlo ad acquistare l’area della ex buca. Le quotazioni “volatili” e le soluzioni: lasciarlo così com’è, o prenderlo evitando però che diventi una discarica e per farne un simbol

Il valore inserito a bilancio dal Comune  da sette anni a questa parte, dopo un periodo  di stabilità a quota 300 mila euro, è diventato  di una volatilità tale da fare arrossire i titoli  azionari: 200 mila nel 2016, 150 mila nel  2017, 350 mila per il 2018… E come per i titoli  azionari, non si capisce bene da chi e da  che cosa dipendano le oscillazioni di prezzo  per il fazzoletto di terra di millecinquecento  metri quadrati che si trova dietro l’abside di  San Francesco.  È quello che ha preso il posto della famosa  “buca”, sistemato dal proprietario del condominio  adiacente come un piano inclinato che  va a finire contro un tratto riportato alla luce  delle mura cinquecentesche di Carpi. Recintato  da una cordonatura di plastica arancione,  si trova in una condizione di provvisorietà  che dura da anni. Da anni, infatti, le Giunte,  prima di Enrico Campedelli e ora di  Alberto Bellelli, si ripromettono di acquistarlo,  quel terreno con vista mura. Salvo sbattere immancabilmente  contro l’opposizione inflessibile prima  di Carpi Futura e, da quest’anno, anche dei 5 Stelle,  mentre qualche malumore sull’acquisto serpeggerebbe  perfino tra le fila del gruppo consiliare del Pd.  Nel dibattito che ha accompagnato l’approvazione  del bilancio comunale 2018, i pentastellati hanno presentato  proprio su questo punto il loro unico emendamento  al bilancio: ritenendo interessante, ma “non  fondamentale” l’acquisizione del terreno e la valorizzazione  delle mura, avevano richiesto invano che la somma  stanziata venisse stornata verso lo sviluppo di aree  verdi in prossimità e dentro il centro abitato.  La questione – acquistare o no il terreno che mostra  l’unico tratto scoperto dei bastioni? – è uscita però  dall’aula consiliare. E ha opposto sui social, l’un contro  l’altro armati, il fronte dei cultori delle memorie cittadine  e quello di chi considera l’eventuale acquisto uno  spreco e un beneficio solo per l’attuale proprietario. 

 

 

Non se ne esce: con le forze politiche del Consiglio  comunale e l’opinione pubblica divise, la questione  sembra irrisolvibile: grave è il danno d’immagine per  l’attuale Amministrazione e deluso il proprietario del  terreno, mentre la recinzione arancione che segnala la  provvisorietà, ma anche il confine tra l’interesse pubblico  e quello privato, è sempre lì.  Per dare il giusto peso alla rilevanza storica di quel  tratto scoperto di mura, occorrerà ricordare che la Soprintendenza  non gli ha mai assegnato alcun valore.  Quello di cui si è sempre preoccupato l’organo di tutela  è stato semmai di impedire che si costruisse nella  parte del lotto lasciato libero dalla ex Messaggeria Emiliana  dove eventuali edifici avrebbero potuto impedire  la visione dell’abside di San Francesco. È questo, e non  l’affiorare delle mura, il motivo per il quale il primo  cantiere dovette interrompere i lavori, con la successiva  formazione della buca ben presto riempitasi di acqua  della ricca, sottostante falda. E poiché quella buca era  diventata un simbolo di inefficienza e irrisolutezza delle  varie amministrazioni, non parve vero che una eroica  impresa, la Immobiliare Canaletto, si facesse avanti  per acquistare l’intero lotto, pur nella consapevolezza  che avrebbe potuto edificarne solo una metà. A meno  che…  

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