Operazione trasparenza affidata a cartelli didascalici affissi sulla recinzione

Sant’Ignazio: il recupero spiegato ai passanti

Operazione trasparenza nei lavori di consolidamento e di restauro della seicentesca chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, già sede del Museo diocesano d’Arte sacra e da sei anni chiuso per i gravi danni riportati dalla struttura a seguito del sisma del 2012. A ottobre sono stati avviati i lavori di cantierizzazione della chiesa da parte della direzione lavori che, con la spesa preventivata di circa 800 mila euro provenienti dai fondi del terremoto, dovrebbe provvedere a realizzare il progetto messo a punto dall’architetto Anna Allesina. Nei giorni scorsi, dopo che l’intero edificio sacro è stato “impacchettato” per tutta la sua altezza, in cantiere sono stati affissi i prospetti del progetto di restauro che danno conto delle caratteristiche del danno, dei metodi e dei materiali di intervento e di come, alla fine, dovrebbe risultare l’opera. Una operazione trasparenza che ha incuriosito i passanti e che consente a tutti di verificare l’enormità dei danni provocati dal terremoto sulla struttura di questa chiesa che fu eretta dai Gesuiti fra il 1670 e il 1682 a fianco di quella che nel Cinquecento era stata la residenza di Sigismondo Santi, segretario del principe Alberto Pio.

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