Plastica, abbiamo un problema
Spiega Paolo Ganassi (Aimag): per i rifiuti in plastica non esiste da noi e in Europa un’adeguata industria per ricavarne un prodotto commerciabile. E allora? Per ora si è ovviato con lo stoccaggio provvisorio in discarica, ma in futuro si profilano i ter
CARPI – La colpa è dei Cinesi, ma a pensarci bene anche noi, Italiani ed Europei abbiamo le nostre responsabilità se ci sono montagne di plastica da riciclare che non si sa più dove mettere. Da quando i Cinesi hanno deciso che è meglio riutilizzare quella di casa piuttosto che venire a prendere la nostra l’industria nazionale della plastica di riciclo è in crisi, nel momento stesso in cui la parola d’ordine “riciclare fa bene all’ambiente” sta diventando uno slogan vincente e largamente condiviso dall’opinione pubblica. «Il problema – ci dice Paolo Ganassi, responsabile del servizio di raccolta dei rifiuti di Aimag, al quale ci siamo rivolti per chiarimenti – è che da una parte noi ricicliamo sempre più e sempre meglio (non solo la plastica, ma anche carta, cartone, lattine e vetro), dall’altra l’industria nazionale ed europea del riciclo è carente nel settore industriale finale, quello che dallo scarto ricava nuovamente un prodotto commerciabile». In effetti consumiamo più bottiglie e contenitori di plastica di quanti siamo poi in grado di riutilizzare dopo che li abbiamo acquistati, gettati, raccolti e inviati ai centri di stoccaggio.