Ambiente - Amara morale degli agricoltori dopo il nuovo sversamento alla Cavat

Chi inquina non paga mai

SANTA CROCE – Questa volta Luigi Cavazzuti è veramente arrabbiato: glielo hanno fatto il 25 aprile che, oltre ad essere il giorno della Liberazione, era anche il suo giorno di compleanno, che ha festeggiato una volta tanto senza andare a lavorare nei campi come gli accade quotidianamente da una vita. Cavazzuti, infatti, è agricoltore e alla terra ci tiene, così come ci tiene all'acqua che deve irrigarla e che acquista a caro prezzo dal Consorzio di Bonifica. Ecco, il 25 aprile, qualcuno ha sversato nel canale della Cavata occidentale chissà quale porcheria che ha inquinato l'acque ed ha fatto salire a galla, morti stecchiti, i pesci che vi dimoravano. Non è la prima volta e tutte le volte è la solita solfa: nessuno si prende delle responsabilità e le eventuali indagini (quando vengono fatte dai preposti) finiscono nei cassetti, senza autori, colpevoli o mandanti di sorta. «Sono molto indispettito – ammette l'agricoltore – perché non si sa da dove arrivino questi improvvisi inquinamenti e nessuno pare interessarsene veramente. Sono andato all'ufficio ambiente del Comune e mi hanno indirizzato all'Ausl. L'Asul ammette di aver fatto dei campionamenti dell'acqua e mi rinvia ad Arpa Emilia Romagna dai cui uffici non esce nemmeno uno spillo. Non parliamo poi del Consorzio di bonifica che dovrebbe vigilare, Insomma, l'inquinamento c'è stato, i pesci sono morti, le sponde del canale sono sporche ma ormai tutto è passato e dovremmo metterci una pietra sopra attendendo il prossimo caso. Sarebbe ora che qualcuno indagasse veramente da dove provengono questi inquinamenti». La protesta di Cavazzuti non è l’unica pervenuta a VOCE: “Questi canali – ci ha scritto un altro lettore – sono usati per irrigare colture per l’alimentazione umana e animale. Noi agricoltori paghiamo fior fior di soldi per avere, alla fine, acqua inquinata! Arpa è stata informata ma sarebbe giusto che si pubblicassero i risultati delle analisi sia delle acque che dei fanghi che restano sul fondo. Se sono tossici?»,

Anche in una precedente occasione, la Cavata occidentale era stata interessata da un inquinamento, in quell’occasione proveniente dalle fognature industriali di Correggio: per un incidente durante alcune lavorazioni sul bordo del canale, era stata rotta questa tubatura con versamento di inquinanti nel canale di irrigazione. Questa volta, invece, pare che l'inquinamento sia provenuto da Santa Croce, dalla parte opposta. Queste le prime risultanze rilevate da Arpa che ha effettuato un controllo dopo aver avuto la segnalazione dello sversamento da parte del Consorzio di Bonifica: “Nella prima mattinata del 26 aprile, i tecnici Arpae Modena, distretto territoriale Area Nord di Carpi, hanno ricevuto una segnalazione dai tecnici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale relativa alla presenza di acque nere nello scolo Cavata occidentale in prossimità di Stradello Frignani a Carpi. E’ stata accertata, attraverso l´apertura di un pozzetto, la fuoriuscita di acqua nera di fogna nello scolo che fiancheggia il Canale Santa Croce. Si è chiesto perciò l´intervento dei tecnici di Aimag, con i quali è stato effettuato un sopralluogo presso lo scolmatore presente in via Giliberti/via Fornaci. Lo scolmatore, che entra in funzione a seguito di portate eccessive di reflui fognari deviando all´esterno del sistema fognario parte dei reflui (generalmente in occasione di eventi meteorici intensi), è risultato attivo. I tecnici Aimag hanno provveduto pertanto ad attivare le necessarie procedure di  pulizia dello scolmatore e a bloccare la fuoriuscita di acqua nera. Le operazioni si sono concluse nel pomeriggio del 26 aprile. I tecnici Aimag, inoltre, hanno riferito di aver compiuto recentemente alcune operazioni di pulizia e di spurgo su quel tratto ma che, evidentemente, non sarebbero risultate risolutive. E´ stata pertanto richiesta ad Aimag specifica relazione tecnica sulle possibili cause che hanno generato la problematica e sulle operazioni svolte. Nei prossimi giorni Arpae proseguirà le attività di verifica sul buon esito degli interventi fatti”.

 

Fabrizio Stermieri

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