Centrale Enel? Non interessa

Fino a pochi mesi fa era semplicemente  in vendita. Ora si apprende che la centrale Enel  composta da due unità funzionanti a metano,  ciascuna di 90 megawatt di potenza, entrata in  esercizio nel 1980 e ferma dal 2013, diventerà un  non meglio precisato polo logistico al servizio delle  altre centrali del Nord Italia. L’impianto rientra nel  piano Futur-e dell’Ente, definito sul suo sito “…  percorso di economia circolare per dare nuova vita a  23 centrali termoelettriche” che, dopo aver sostenuto  la crescita industriale del Paese, “…oggi, attraverso  la collaborazione con i territori e la creazione di  valore condiviso, possono raccontare nuove storie di  sviluppo e innovazione sostenibile”. Più avanti si parla  di centrali termoelettriche che negli Usa e in Cina,  in Inghilterra e in Italia“…hanno iniziato una nuova  vita attraverso progetti di riconversione”, diventando  occasioni di sviluppo del territorio mantenendone  la vocazione industriale o riconvertendoli “…in  musei d’arte, centri polifunzionali o spazi ricreativi e  culturali”.  Parole alate, anche se nel caso di Carpi si resta  alla vocazione industriale se è vero, come rivelato  dal Sole 24 Ore, che l’Impresa costruzioni Maltauro  ha acquisito da Enel – insieme ad altre opere per  un ammontare di 70 milioni di euro – l’incarico di  progettare e realizzare il già citato polo logistico, con  annessi uffici direzionali e sistemazione delle aree  esterne. 

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